I Disegni

La catalogazione dei disegni più tipici delle stampe romagnole su tela rivela, contrariamente a quanto si possa pensare, un patrimonio multiforme che non si esaurisce nelle immagini di natura agreste che tanto favore hanno trovato un tempo, e che ancora oggi sono tra le più note: galletti, tralci di vite, grappoli d'uva, rustici boccali, pigne, spighe, tori infuriati, caveje (perno di collegamento tra il giogo dei buoi ed il carro), a richiamo di una romagnolità bucolica tradizionale e ormai scomparsa. Ogni stamperia ha il suo patrimonio di matrici, alcune del tutto originali, altre magari simili nei soggetti ma differenti nel tratto e nell'interpretazione. Ricco è il repertorio degli animali e delle scene animate, ricchissimo quello delle decorazioni floreali, e di grande efficacia quello dei disegni geometrici. Nel "bestiario" figurano aquile, pantere, grifoni, colmbe, donnole, salamandre, draghi e delfini, gallinelle, cervi e fagiani, più recente l'adozione dei pesci. Multiforme e difficilmente catalogabile per la sua straordinaria ricchezza di segno e fantasia è il vasto paniere dei clichès floreali. Di fatto molti motivi classici, ispirati a broccati, ricami, tappeti, appaiono come un surrogato povero dell'arte decorativa dei tessuti ricchi, i cui ornati si distinguono per essere ricamati o impressi sulle stoffe con metodi e colori ben più costosi. Dunque frequentazioni illustri e raffinate, che mostrano ancora una volta come sia impropria la catalogazione delle tele romagnole stampate a mano come arte contadina tout-court.

Buona parte degli stampi è realizzata in pero, legno morbido, arrendevole all'incisione, resistente ai colpi del mazzuolo e una volta facilmente reperibile nelle campagne romagnole. I disegni vengono riportati su carta e poi impressi sul legno. Inizia quindi la fase dell'incisione della matrice, secondo il sistema xilografico dei caratteri di stampa. Armati di sgorbie e scalpelli gli artigiani scalzano il legno intorno alle parti che verranno impresse. E' un lavoro che richiede una discreta agilità manuale ma anche una buona dose di pazienza, solo da una buona matrice infatti si ottiene un bel disegno netto. Recentemente, gli stampatori maggiormente orientati all'innovazione, hanno infine sperimentato con successo gomme e resine, disegnate, intagliate ed applicate sul legno. Naturalmente, nei disegni a più colori, esistono tante matrici quanti sono i colori. La vita di una matrice, soprattutto se molto usata, non è lunghissima: si può spaccare sotto i colpi del mazzuolo, può perdere la sua nitidezza di stampa, cosicché gli stampatori devono affrontare un continuo lavoro di ripristino dei disegni su nuovi stampi. Numerosi matrici in disuso risalenti all'800 ed al '900 sono raccolte presso il Museo Etnografico di Forlì.